Sappiamo veramente tutto del Superbonus del 110 per cento ora che, benché solo formalmente, si spera che la vicenda si chiuda? Ma non è proprio come per un morto, del quale, come vuole un antico brocardo, non può che dirsi bene. Che si dovesse avere a che fare con gli impatti, di gran lunga superiori alle realizzazioni consentite, del Superbonus poteva individuarsi già in quel carattere genetico che è lo straordinario livello della percentuale, superiore a 100, del credito fiscale riconosciuto, il quale, a un certo punto, a testimonianza dell’enormità dell’innovazione, è stato da alcuni impropriamente considerato “moneta fiscale”. Addirittura, non sono mancati coloro che ne avrebbero voluto fare un mezzo di pagamento con potere liberatorio, al pari di una banconota a corso legale. Ma, purtroppo, da quasi tutte le forze politiche non si pose mai seriamente mente ai deteriori effetti distributivi nel presente, avvantaggiando solo una parte di cittadini, e per il futuro, attraverso il peso del debito gravante sulla società, accrescendo la strutturale maldistribuzione tra le diverse classi di reddito. Insomma, uno straordinario trasferimento di risorse, che pagheranno coloro che verranno, il quale accentua in maniera ingente i problemi della finanza pubblica non certo nelle migliori condizioni per affrontarli, il che significa aggravare i problemi della collettività. Ora, siamo a uno snodo fondamentale.
Oltre trenta interventi si sono susseguiti nel tempo nella normativa che regola questo Bonus che è ben più che “super”. E' doveroso arrivare a un approdo definitivo per non ulteriormente accentuare “in articulo mortis”, sul finire della vita, gli effetti deteriori dell'innovazione in questione. La coerenza con i principi dell’ordinamento, nella scelta della via da seguire, dovrebbe, però, essere ineludibile. E non solo per il rispetto che, innanzitutto, si deve ai cardini del diritto. Ma anche perché sarebbe difficile poter sostenere, accanto alla non comune problematica economica, finanziaria e distributiva in parte sopra accennata, anche una lunga controversia giudiziaria che facesse leva sul rapporto tra legge e tempo della sua vigenza. Contemporaneamente, bisogna essere certi dell'ammontare definitivo degli oneri che peseranno sulla finanza pubblica, per chiudere in maniera certa questo capitolo sul quale è molto probabile che gli storici futuri troveranno un coacervo di fattori, innanzitutto finanziari e sociali, per trarne orientamenti di più ampia portata sulla vita politica e istituzionale dell'oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA